Che candidato sei ? cose da evitare in fase di selezione

Nel post di oggi parliamo di candidati e di cosa evitare in fase di selezione.

Non dimenticate mai che per ogni candidatura aperta, gli uffici del personale e le agenzie di selezione, ricevono un quantità smisurata di candidature.

Se il vostro cv ha destato interesse e siete stati convocati, non perdete questa occasione.

Per tutti quelli che si lamentano del fatto che i selezionatori sono tutti cattivi, fatevi una domanda , voi che tipo di candidato siete ?

Della serie, gli stereotipi non finiscono mai, proviamo a fare una lista di candidati .

Il candidato “mammone”: 

quando ho iniziato questo mestiere non avrei mai pensato che oltre il 25% dei candidati si sarebbe presentato accompagnato da genitori o affettuose amicizie.

Da evitare assolutamente

Un consiglio :

se proprio non ne potete fare a meno, almeno evitate di chiedere di farlo entrare con voi al colloquio.

Il candidato “l’abito non fa il monaco”: 

Ricordate che non abbiamo mai una seconda opportunità per dare una buona prima impressione.

l’abbigliamento è sicuramente uno degli elementi predominanti che può giocare a favore o contro.

L’abbigliamento deve rispecchiare l’azienda o la posizione per cui ci si candida.

Ricordo ancora nel “lontano” 1996 feci delle selezioni per una grossa azienda di Bologna  che si occupava di distribuzione di materiale pubblicitario (volantinaggio) e ricordo ancor il rumore sulle scale dei tacchi di una veemente ragazza .

 Evitare gli eccessi

E’ preferibile evitare indumenti e accessori troppo appariscenti, come tacchi troppo alti, gioielli vistosi, gonne mozzafiato, scollature da brivido, cravatte improbabili, abiti grinzosi o sdruciti .

 

 Il candidato “killer olfattivo”: 

Oltre la vista, ogni candidato dovrebbe avere rispetto dell’olfatto del selezionatore.

Per molti potrebbero essere cose scontate se non si considerasse il fatto che spesso ad alcuni manchi  l’acqua in casa.  L’odore sgradevole non si riferisce esclusivamente alla scarsa igiene ma anche all’eccessivo utilizzo di profumi o dopobarba. Come in ogni cosa, ci vuole il giusto equilibrio.

p.s. in alcuni casi si consiglia l’utilizzo preventivo di una mentina 🙂

 

Il candidato “con il’ fuso orario”

E’ risaputo che i ritardatari non vengano visti bene dai selezionatori, ma posso garantirvi che anche arrivare troppo in anticipo può generare un certo disappunto.

Ho alcuni amici ritardatari cronici che se hanno un appuntamento alle 10.00 escono di casa alle 10.05, per non dover aspettare.

Se in una agenzia è giornata di selezione, un ritardatario rischia di far slittare l’intera pianificazione della giornata, creando non solo confusione in sala d’attesa, ma generando ritardi sui colloqui successivi.

Allo stesso modo “piombare” in ufficio mezz’ora prima , può creare disservizi se in quel momento ci fosse una riunione o altri colloqui.

Il candidato “sborone”: 

 A questa categoria appartengono varie tipologie .

–         Ci sono candidati molto sicuri di se, con grandi esperienze e successi lavorativi.

Spesso ogni richiesta di chiarimenti sembra infastidirli, come se dicessero << guarda il mio curriculum>> .Il loro atteggiamento è a volte arrogante e presuntuoso.

–         Ci sono i candidati logorroici, che parlano in continuazione senza ascoltare, cercando di dare una buona impressione di se, ottengono spesso l’effetto contrario.

–         Ci sono gli spavaldi masticatori. E buttatela questa gomma da masticare …..

 

 Il candidato “economico”: 

Di regola, non si chiede il compenso previsto durante un primo colloquio. Oltre a tutte le possibili considerazioni su motivazione e interesse per la posizione offerta, è proprio una cosa che “non si fa”. Aspettate un successivo incontro: anche il recruiter avrà avuto modo di valutarvi meglio e di farvi un’offerta coerente.

Il candidato “disponibile”

Tutti apprezzano la disponibilità. Un po’ meno se questa si traduce in “mi interessa qualsiasi cosa , basta che sia”

L’entusiasmo contenuto è una qualità apprezzata. Attenzione però a non cadere in mutismo e rassegnazione.

Il candidato “incavolato”:

 E’ un periodaccio si sa, e per molti lavoratori le esperienze negative si accumulano come i peli nelle orecchie. Ma questo non deve essere un pretesto per presentarsi ad un colloquio incazzati con il mondo. Peggio ancora essere rassegnati. Presentarsi ad un colloquio convinti che intanto non ti sceglieranno. Come pensi che andrà ?

Bisogna essere positivi anche quando fuori il mondo ti crolla addosso

Mai parlare male dei vecchi datori di lavoro. Cercare sempre di vedere il lato positivo dell’esperienza.

Se oggi parli male di lui, domani lo potresti fare con me!

Il candidato “distratto”:

I particolari fanno la differenza

Cellulari accesi che squillano con improbabili suonerie, c.v. pieni di errori ortografici, totale assenza di ricordi relativi alla posizione per cui ci si è candidati. Una distrazione può capitare a tutti. Due, anche. Dopo, è un vizio.

Il candidato “impreparato”: 

  • “Perchè vorrebbe lavorare qui?”
  • “Cosa sa di questa azienda?”
  • “Perché ha risposto all’inserzione”

Sono i  “ classici” del colloquio di lavoro. Sarà per questo motivo che l’impressione fatta dai candidati che rispondono “non lo so” è veramente oscena. Informatevi, in fondo internet serve anche a questo.

 Se commetti uno di questi errori, sei ancora in tempo.

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